Non mi sono mai posto il problema di differenziarmi dai miei colleghi, le differenze emergono spontaneamente in funzione del proprio carattere e della propria esperienza. Però se proprio devo rispondere a questa domanda mi piace pensare di essere in grado di capire i pazienti a 360 gradi, dal punto di vista riabilitativo fino a quello umano.
La cosa che più amo in assoluto del mio lavoro e che mi ha spinto a farlo è sicuramente il rapporto con il paziente: sono sempre stato incline a cercare di aiutare chi soffre e così ho pensato che fare il fisioterapista potesse essere un buon modo per rendermi utile per gli altri.
La domanda più frequente è sicuramente: “Guarirò? E quando?”. In queste due domande si racchiude l’essenza di questo lavoro: i pazienti in fondo vogliono solo questo, stare bene e riuscirci nel più breve tempo possibile. Purtroppo, non è sempre così semplice rispondere a queste domande, specialmente quando si parla di patologie con le quali si deve imparare a convivere; una cosa è certa però: nel mio lavoro do sempre il massimo per poter raggiungere gli obiettivi prefissati cercando di non dare mai false speranze.