Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?
Non si tratta di suonare uno strumento, ma di FARE MUSICA. Non esiste esercizio, scala, arpeggio o frase che non nasconda in sé il segreto della sua perfetta realizzazione. Si tratta di coglierlo lavorando contemporaneamente sulla comprensione del testo e sulle modalità con cui la propria interiorità può tradurlo fedelmente in esperienza comune e condivisibile.
Lo scopo delle mie lezioni è suonare il prima possibile. Poi si strutturerà un percorso di studio, lungo il quale impostare e sviluppare un solido fondamento tecnico esecutivo.
Naturalmente elementi funzionali o imprescindibili di solfeggio e teoria musicale saranno parte delle lezioni.
Chiarezza di pensiero, sicurezza nelle intenzioni, dominio del gesto tecnico: se ami la musica, hai i mezzi per realizzarla.
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Cosa ti piace del tuo lavoro?
La continua scoperta di aspetti di se stessi che soltanto la musica può rivelare. La possibilità di comunicare direttamente e profondamente col pubblico attraverso la misteriosa realtà del suono, scoprendo verità su noi stessi che non credevamo nemmeno formulabili.
Il segreto per essere un buon maestro è non smettere mai di essere allievo. La lezione è un momento di condivisione e di ricerca a due, non una sterile assegnazione di compiti o un'unidirezionale verifica dei progressi. La musica ci mette in questione entrambi, allievo e docente. Siamo tenuti a prestare ascolto, reciprocamente.
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Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?
Quanto dura una lezione?
Non metto sveglie o cronometri. Più di un'ora, meno di due, orientativamente.
È necessario possedere un pianoforte fin da subito?
No. All'inizio svolgeremo insieme il lavoro tecnico durante la lezione, per assicurare una corretta impostazione e sviluppare la primaria familiarità posturale e gestuale con lo strumento. Inoltre (se l'allievo/a lo desidera) potremmo accordarci per due lezioni settimanali, una delle quali dedicata esclusivamente alla pratica. In seguito si può pensare all'acquisto di una tastiera pesata, sicuramente meno impegnativa di un pianoforte ma utilissima per lo studio.
Quanto tempo devo studiare a casa?
Se si è all'inizio, non quanto, ma come: anche solo mezz'ora, ma con la testa. Dapprincipio, costanza e continuità fanno la differenza. Per chi invece già suona, o è interessato/a a un lavoro di perfezionamento, a maggior ragione lo studio domestico dev'essere razionalizzato, per evitare una improduttiva dispersione del tempo e delle energie ed assicurarsi invece un progresso continuo e consapevole.
Quali gesti tecnici (velocità, potenza, trilli, doppie note, chiarezza polifonica) si possono affinare?
Per tutto è possibile elaborare una strategia di apprendimento intelligente e funzionale.
Posso suonare curvo come Glenn Gould?
No.
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Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?
Sono anche direttore d'orchestra, con esperienza sinfonica e operistica. È entusiasmante scoprire ogni volta, ad ogni concerto, come il pianoforte e la direzione siano due ambiti distinti eppure profondamente implicati. In entrambi è vitale la capacità di presentire e anticipare il gesto esecutivo, avendo assolutamente chiara l'intenzione musicale che lo governa. Insegnare musica significa riuscire ad accendere questo senso nascosto.
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