Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?
Ho approfondito negli anni il concetto di identità vocale con la relativa importanza di non snaturare l'allievo ma aiutarlo attraverso la tecnica vocale, l'analisi timbrica, l'ascolto musicale, la propriocezione e soprattutto attraverso la definizione di un obiettivo a permettergli di riconoscersi e scoprirsi in una nuova voce che segua possibilmente il principio della massima resa con il minimo sforzo.
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Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?
ORA CHE SONO "GRANDE" CHE SENSO HA APPROCCIARMI ALLO STUDIO DEL CANTO ?
Un approccio allo studio del canto e alla voce è un iniziare ad abitare se stessi e contemporaneamente esserne abitati: ascoltando, percependo tanto energie provenire dalla sfera fisica, muscolare, sanguigna, tanto da quella psichica, emotiva, uditiva, sonora. Approcciarsi al canto, in qualsiasi età avvenga, è apprendere innanzitutto un linguaggio musicale (se pur in maniera meno libera e più condizionata rispetto ad un'età infantile) con tutte le sue mille sfumature e architetture ma è ancor di più portare alla luce: sensazioni, bisogni, esigenze di espressione senza le quali tutto diverrebbe un mero esercizio atletico. Il richiamo del canto insito dentro ognuno di noi in millenni di evoluzione laringea ed umana non deve essere sopito dal "non sarò mai un cantante" pertanto fissando un obiettivo spesso stereotipato autolimitante ma deve essere accolto dal "cosa posso scoprire della mia voce che ancora non conosco?" partendo dunque da un'idea di presente (in una fase iniziale) e non di una visione futura. Si parte per studiare canto e ci si ritrova a mettere a posto giorno dopo giorno piccoli tasselli che possano essere di natura posturale, respiratoria, portando alla luce in alcuni casi tensioni emotive o per chi vuole crederci anche energetiche o semplicemente iniziando ad imporre una propria identità vocale e da essa prendere ed apprendere nuove sfumature caratteriali che non pensavamo possibili. Non dimentichiamo poi la bellezza di ascoltare e conoscere brani e stili che prima non conoscevamo o non comprendevamo a pieno, così come la gratificazione nel sentire germogliare grazie alla tecnica la propria voce, imparando pian piano a non criticarla ma comprenderla.
Mi si potrà dire analizzando la risposta "Tu vedi allora il canto come fosse una terapia, il canto è una cosa seria, la musicoterapia è sempre nobile ma è altra cosa"; rispondo dicendo che il cantante è colui che ha raccolto o dovrebbe aver raccolto anni di sacrifici, studio, percezione, messa in discussione, gavetta, mettendoli a servizio di un lavoro e del proprio talento, aiutandolo a svilupparsi; l'approcciarsi al canto invece è conoscere il proprio terreno, la propria tempra, il proprio clima e stagione e da li capire con il giusto tempo cosa ne potrebbe nascere, quali frutti migliori può accogliere la sua terra con la giusta cura, senza pretendere che nascano ananas dove nascerebbero soltanto fragole.
Buona lezione a tutti e buona scoperta a qualsiasi età essa avvenga !
-Alessandro Viti-
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