Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?
Ho sempre avuto dentro di me il germe dell'uomo madre; la creatività mi ha sempre accompagnato… Ho cercato sempre di esprimermi con uno stile ben preciso ma attraverso tutti i materiali e i formati. Desidero scoprire come la mia creatività si manifesta nelle diverse circostanze.
La geometria mi serve come grammatica del linguaggio espressivo nell'immagine. Lo scheletro strutturale, la composizione e il taglio geometrico servono a dare una chiave di lettura all'immagine; altrimenti si fa come i dadaisti, che mettevano le parole in un sacchetto e poi le tiravano fuori una alla volta per comporre una poesia.
La grande fotografia è realizzata al momento giusto, ma ha bisogno anche di un taglio giusto che valorizza quell'attimo... La fotografia deve vivere di contenuto e di forma, quella che vive solo dell'uno o dell'altro non rimane.
Io ho molte anime, che vengono fuori a mesi o anni alterni. Sono fotografo, performer, avvocato, collezionista, musicista. Tutto questo fa parte di me, io non elimino niente, semplicemente permetto alle mie diverse anime di alternarsi.
Se fotografi per gli altri, non verrà mai fuori la tua essenza, finirai per fare cose che hanno fatto tutti, solo perché sai che piacciono… Attraverso le mie foto vengono fuori le mie idee, le mie passioni, i miei mostri, chi sono e cosa penso.
La luce evidenzia ma, con l'ombra, elimina dando all'immagine valori di profondità, di terza estensione e possibilità sottrattive… Credo che l'impegno e la tecnica si possono raggiungere con la volontà e lo studio mentre l'inventiva e la passione costituiscono qualcosa in più in quanto elementi innati e inesorabilmente speciali.
Mi sento navigatore, o meglio, esploratore dell'immenso universo dell'arte. L'artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e delle sensazioni. L' arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva.
Ogni mia foto è filtrata dall'EMOZIONE, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre. Quando vedo qualcosa che mi attrae, comincio a girarci intorno per trovare la MIA inquadratura. È un lavoro su di me e sulla città al tempo stesso.
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