Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?
L'approccio all'insegnamento che propongo si differenzia dal modo rigido e severo che ha caratterizzato per tanti anni la didattica musicale, ed in particolare quella pianistica. Il mio obiettivo è e sarà sempre quello di appassionare, di nutrire naturali tendenze, aspirazioni, ed inclinazioni degli allievi. Il ruolo dell'insegnante, in questa ottica, non è di fornire dei meri, seppur preziosi, strumenti tecnici, ma di trasmettere il proprio entusiasmo per la materia musicale, di aprire all'allievo strade di pensiero e di percezioni altrimenti precluse.
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Cosa ti piace del tuo lavoro?
L'attività di insegnamento musicale mi permette di avere una continua crescita, sia dal punto di vista musicale che umano. In particolare, l'insegnamento riferito alle fasce di età della scuola elementare è stata per me, e continua ad essere, fonte inesauribile di prospettive ed approcci differenti non solo all'insegnamento ma anche ai diversi modi di vivere la musica che ogni individuo possiede. L'insegnamento, per quanto lo svolgimento scrupoloso di tale attività sia certamente dispendioso, mi arricchisce quotidianamente di nuove energie e nuovi punti di vista sulla musica e sulla vita. In aggiunta a tutto ciò, e specialmente in sede di recital di fine anno, ho il privilegio di sentirmi una piccola parte di una catena di trasmissione di saperi, di una tradizione millenaria che è la conoscenza e la pratica musicale della storia della musica.
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Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?
C'è la possibilità di partecipare ad un saggio di fine anno?
- Sì. In collaborazione con altri maestri che svolgono attività di insegnamento privatamente, ogni anno organizziamo il saggio di fine anno, generalmente dividendo gli allievi in due gruppi.
Che medoto usi per l'insegnamento del pianoforte?
- Generalmente parlando, sono contrario all'impiego ferreo di un dato metodo piuttosto che un altro. L'esperienza accumulata mi ha insegnato che i risultati migliori si possono ottenere solamente personalizzando il percorso didattico a seconda delle naturali inclinazioni ed esigenze dell'allievo. La competenza in ambito compositivo mi permette di creare brani o arrangiamenti adatti allo sviluppo di uno specifico dato tecnico che ritengo sia necessario affrontare per la crescita dell'allievo.
Per suonare bene, bisogna studiare anche il solfeggio. Tu come affronti l'argomento?
- Contesto in parte la premessa di questa domanda. Ritengo che l'elemento fondamentale per formare un buon musicista sia lo sviluppo delle capacità percettive melodiche, ritmiche, ed armoniche. La capacità di lettura rapida è conseguenza di una precedente acquisizione percettiva. In ogni caso, lo studio del solfeggio viene affrontato tramite esercizi di ascolto (dettati melodici, dettati ritmici, riconoscimento intervalli), lettura intervallare, lettura ritmica, e durante lo studio dei brani, che saranno scelti anche per consolidare la capacità di lettura di una data figurazione. Ritengo che il solfeggio, come veniva insegnato e concepito nei precedenti decenni, sia un tipo di insegnamento superato e poco centrato allo sviluppo musicale dell'individuo. Preferisco quindi uno studio che stimoli e alimenti le capacità percettive piuttosto che costringere asetticamente l'allievo a dire note a tempo.
Quali sono i costi orari delle lezioni?
Servizi di lezioni a domicilio individuali:
- 1:00h €30
- 0:45h €25
- 1:30h €40
Lezioni di gruppo (2-3 allievi) a domicilio, oppure in sede (Via Baccarini)
- 1:00h €35
- 1:30h €45
- 2:00h €60
Servizi di lezioni in sede (Via Baccarini) individuali:
- 0:45h €20
- 1:00h €25
- 1:30h €35
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Hai qualche esperienza che ti piacerebbe condividere?
Con gli allievi si lavora non solamente sullo strumento ma anche su questioni musicali più generali, e al saggio di fine anno, oltre alla esibizione allo strumento, organizziamo di solito l'intonazione di alcuni canoni a gruppi per costruire la percezione polifonica che è fondamentale per uno sviluppo musicale completo.
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