Counselor e Coach

Counselor · registrato 7 anno/i fa
Varese Busto Arsizio
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Fondazione / Data di inizio

2013
Mi chiamo Francesco Panareo, sono un Counselor professional PNL-KHR® attestato SIAF dal 2011 e un formatore attestato AIF (Associazione Italiana Formatori) dal 2015. Svolgo questa professione dal 2009. L'ho intrapresa, all'inizio collaborando con una associazione no profit nel campo della relazione d'aiuto e prevenzione dei suicidi. Collaborazione che ho mantenuto negli anni e grazie alla quale mi sono confrontato con successo con svariate problematiche, dalla solitudine degli anziani, alle difficoltà di dare un senso alla loro esperienza di vita da parte dei giovani. Poi quando ho aperto il mio studio ho incominciato a lavorare anche con le coppie, confrontandomi con le difficoltà di relazione, e questo mi ha portato ancora tanta esperienza e anche tante soddisfazioni professionali. Nel mio lavoro, quello che credo, e che ognuno di noi ha sempre più possibilità di scelta. Il modo in cui vediamo i nostri problemi è uno dei tanti, riuscire a vederli in modo diverso ci permette di immaginare nuove opportunità, allora abbiamo incominciato a creare una speranza. Con gli strumenti e le risorse specifiche possiamo realizzare quelle opportunità, allora siamo più liberi di decidere della nostra vita nel modo più favorevole per noi stessi, e risolvere i nostri problemi per realizzare i nostri sogni. La passione per questo lavoro mi ha fatto comprendere come la differenza tra un fallimento e un successo è nella tenacia con la quale si crede nel proprio progetto, professionale o personale, nella flessibilità di poterlo modificare e adattare alle circostanze e nella curiosità di cercare sempre nuove strade e le risorse più opportune che portino poi alla sua realizzazione. Per questo motivo, ogni volta che incomincio un percorso con un cliente, innanzi tutto voglio comprendere quanto è motivato. Da parte mia so che impiegherò ogni mia energia perché lui realizzi i suoi obiettivi, e so che per lui è stato innanzi tutto difficile arrivare a chiedere aiuto. Inizio accogliendo la sua, o le loro storie, se sono delle coppie, comprendendo, dal racconto dei loro problemi quali risorse, delle quali, magari non sono neanche consapevoli, al momento, dispongono. Poi incomincio a "restituire" quello che ho ricevuto rivalutando insieme al cliente quelle storie, trovando nuovi modi per vederle, percepirle o ascoltarle, facendo si che quelle emozioni che c’erano all’inizio seguano nuove strade più opportune ed efficaci. Definiamo poi un numero minimo di incontri per comprendere che tipo di lavoro possiamo svolgere e quali risultati possiamo ottenere e in quanto tempo. Ho molto rispetto del tempo del prossimo e credo sia importante che dei primi risultati si incomincino a vedere in breve tempo, questo aiuta la motivazione del cliente e lo mette nelle condizioni di credere che cambiare è possibile, e possa incominciare a prendere in mano la sua vita decidendo cosa è meglio per se stesso e realizzarlo.

Colloquio

Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?

La totale attenzione che ho nei confronti del cliente. La certezza che i problemi che mi presentano i clienti hanno sempre una soluzione. La sicurezza che ci sono sempre più strade verso il cambiamento che mi chiedono i clienti. La tenacia che ho nell'offrire ai clienti sempre molteplici possibilità di cambiare il loro stato e portarli verso la soluzione dei loro problemi.

Cosa ti piace del tuo lavoro?

A distanza, ormai, di diversi anni quello che mi colpisce sempre è vedere come i miei clienti abbiano sempre il modo di trovare delle soluzioni efficaci e originali ai loro problemi.

Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?

Più che domande, quello che mi colpisce di tante persone che ho ascoltato, è la loro certezza, quando parlo con loro la prima volta, di non avere alternative alle scelte compiute, come se la propria vita dipendesse da "qualcosa" sulla quale non hanno nessuna influenza o potere decisionale. Quello che faccio notare, in molti modi, è che quanto hanno detto è vero tanto quanto hanno scelto loro che sia così. Poi un pò alla volta lavoriamo sulla capacità che ha ognuno di noi di saper decidere e pian piano, noto come incominciano a intravedere nuove possibilità, ad avvertire la magigore fiducia in loro stessi. a questo punto comprendo che abbiamo incominciato a lavorare verso il cambiamento desiderato.

Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?

Quello che ho appreso, è che non c'è mai un modo solo di far le cose. Magari rispetto ad un determinato problema non so, al momento, quale possa essere una possibile soluzione, e comunque le soluzioni sono efficaci solo se condivisibili da Counselor e cliente. Quello di cui ho la granitica certezza è che una qualche soluzione c'è. Sempre. Inoltre nel mio lavoro, pur avendo appreso numerosi "schemi" e approcci ai problemi, ogni volta che mi trovo a parlare con un cliente, so che una persona non è uno schema. Ogni individuo è unico, come unico è l'approccio verso di lui e la sua storia.

Hai qualche esperienza che ti piacerebbe condividere?

Ricordo una conoscente che, ero alle prime armi, quasi quindici anni fa, mi parlò di una sua paura ricorrente, e discorrendo, poi, me ne parlò di svariate altre. Mentre ne parlavamo gli suggerii di fare alcuni movimenti e visualizzare alcune immagini, gli dissi, per convincerla a farlo, semplicemente che volevo compredere io come facesse ad avere quella paura ricorrente. Al termine della "chiacchierata" sapevo che quella paura non le sarebbe mai più appartenuta. Le chiesi di mettersi nella condizione che le generava quella paura ma rifiutò, non poteva credere che apparteneva già al suo passato, per altro mi aveva raccontato che l’aveva da quando ne aveva memoria. A distanza di un mese ci ritrovammo e le dissi che a causa di un mio problema contingente, avrebbe dovuto mettersi nella condizione che generava quella paura di cui mi aveva parlato, o almeno provarci, perché diversamente la difficoltà sarebbe stata mia. Mettendosi in quella condizione scoprì che la paura semplicemente non "veniva" più. Mi sarei aspettato che cercasse poi di risolvere anche le altre sue paure, ma preferì mantenere quegli altri suoi limiti, che evidentemente, in qualche modo, erano parte dell'equilibrio che si era creata. Quello che ho appreso da quell'esperienza e che ogni delusione (in questo caso la mia) è generata da una aspettativa mancata (la mia era che ognuno di noi desideri ardentemente "liberarsi" delle proprie paure e scoprire nuovi orizzonti). Inoltre, ho compreso che generare, in qualche modo, cambiamenti non richiesti dal prossimo, a determinati livelli, non produce poi risultati di buona qualità. Il cliente, il cambiamento, deve volerlo con tutta l’anima. Ora se qualcuno mi chiede una qualche forma di "cambiamento" gli chiedo prima di tutto se lo vuole veramente e di mettersi alla prova verso se stesso, prima di intraprendere un percorso di qualunque genere.

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