Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?
Oltre all'enorme passione e senso di responsabilità che mi muovono nel mio lavoro credo mi contraddistingua una forte empatia, verso gli animali ma anche verso i loro proprietari. Spesso è facile, per chi inizia un percorso educativo col proprio cane, sentirsi "giudicato" dall'esperto cinofilo incaricato. Io cerco di comprendere le dinamiche dell'intero nucleo coinvolto, di ascoltare, tenendo ben presente che non si tratta semplicemente di educare il cane ma di formare un binomio cane/padrone, felice e consapevole.
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Cosa ti piace del tuo lavoro?
Naturalmente mi piace interagire coi cani -e per questo ho lasciato la sicurezza di un posto fisso- ma questo è quasi scontato. La verità è che la passione non basta: occorre studiare ogni giorno, per svolgere responsabilmente il proprio lavoro e questo aspetto della formazione continua mi affascina molto. Inoltre, mi piace vedere crescere e migliorare il rapporto tra il cane e il suo umano. Mi piace che il proprietario di un cane ben educato riuscirà a "viverselo" molto di più e molto più serenamente (che si tratti di una vacanza, un aperitivo al bar o semplicemente di una passeggiata). Mi piace inoltre tutto ciò che, mentre lavoriamo su e con il nostro cane, emerge di noi. Il cane, infatti, non sbaglia mai: siamo noi che, a volte, siamo confusi nel chiedergli qualcosa, o insicuri, o pretendiamo troppo e troppo presto, o non riusciamo a fidarci abbastanza. Da lui, insomma, possiamo imparare tantissimo.
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Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?
Perché il cane non ascolta? Angelo Vaira ha scritto: "Un cane che non ascolta è un cane che non è ascoltato." Ed è verissimo. Il cane ha il proprio linguaggio: perché ci ascolti, dobbiamo imparare a comprenderlo e a comunicare con lui nel modo corretto. Dobbiamo capire i suoi bisogni. E' una questiona di legame, che si crea solo col rispetto dell'altro, la coerenza e l'autorevolezza. Dobbiamo divenire agli occhi del nostro cane quell'essere su cui poter fare affidamento nel momento del bisogno, quello che gestisce le risorse fondamentali (cibo, gioco, spazi, eccetera) nella maniera più appropriata e che lo fa anche divertire. E' questo che si impara in un corso di educazione base: non è solo questione di insegnare al cane a stare seduto. è un percorso affascinante e complesso.
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Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?
Opero a Torino e provincia. Sono una professionista a tempo pieno, con regolare partita Iva e attestato Enci, ed è stata per me una grossa sfida abbandonare le vecchie sicurezze e abitudini per la passione della cinofilia -scelta di cui non mi pento. La cinofilia non è un hobby per me: è un lavoro serio che svolgo in barba al caldo, al freddo, alla pioggia o al fango. Agli utenti di Pronto Pro dai quali ricevo una richiesta chiederei il grosso favore di un riscontro, anche negativo. Sarebbe importante per me, Grazie mille!
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Hai qualche esperienza che ti piacerebbe condividere?
Amo i cani da quando (racconta mia madre) mi sporgevo dal passeggino per accarezzare tutti quelli che mi passavano accanto. A quattordici anni, ho ottenuto finalmente il permesso di tenere il mio primo cucciolo, Argo. Era un beagle, nato in un laboratorio farmaceutico e separato dalla madre a soli 38 giorni. A causa dell’impregnazione insufficiente (e di alcune caratteristiche di razza, del resto appositamente selezionate dall’uomo), la gestione di Argo -pur adorato da tutta la famiglia- fu un po’ difficile. Da lui, ho imparato che l’amore, da solo, non basta: servono anche le nozioni e l’esperienza che non avevo. Probabilmente è per questo che, anni dopo, ho deciso di seguire il corso Enci per addestratore cinofilo. Oggi con Rocco, il mio Lagotto di due anni, seguiamo un percorso stimolante e ci prepariamo all’esame propedeutico per i cani da ricerca e soccorso. Nel 2021, la mia grande passione per la cinofilia mi ha spinto a lasciare il posto fisso per questo ambito e non me ne sono mai pentita.
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