Hai qualche esperienza che ti piacerebbe condividere?
si certo vi mettere qui alcuni scritti del mio libro su un paziente avuto in passato
Il paziente G.R anni 20 affetto da disturbo Bordeline di personalità mi chiama in una sera fredda e piovosa di ottobre, per telefono mi chiede se ricevo a Salerno e dove, e che ha avuto già un esperienza terapeutica presso uno neuropsichiatra di Salerno interrotta per sua spontanea volontà: gli rispondo di si, che opero in tale citta e che il problema è risolvibile solo se è davvero disposto a seguirmi nel percorso che dovremo fare, Egli accetta e prenota una visita.
La settimana seguente si reca nel mio studio insieme alla zia una signora di 65 anni con la quale il ragazzo vive fin dall’età di 9 anni, il primo colloquio è pieno di manifestazioni ansiose a sfondo depressivo intervallate da pianti e ricordi di un passato terapeutico che non gli ha risolto il suo problema mentale, l’ho ha anzi amplificato rendendolo più insicuro e fragile verso il mondo che lo circonda e sé stesso. Durante il colloquio di un paio di ore scarse il ragazzo mi racconta del suo passato, zeppo di tante delusioni affettive, a causa del padre affetto da disturbo bipolare e una madre anche con problemi mentali, Ricorda di vari momenti in cui l’accompagnava a scuola il padre su un cavallo vestito da sceriffo, con una tromba, e lì veniva deriso da tutti i compagni, Nel corso del colloquio gli chiedo se oltre a questo episodio ne ricorda altri, il ragazzo inizia a raccontarmi che in seguito a queste scene in cui il padre manifestava davanti alla scuola per colpa della sua malattia, i coetanei per colpa della poca maturità dovuta all’età non soltanto lo deridevano ma che gli facevano anche episodi di bullismo come ad esempio denudarlo davanti agli altri e sputarlo addosso dicendogli: tu sei uguale a tuo padre, ovviamente tutto questo non faceva altro che renderlo più insicuro, fragile e depresso, in un età fondamentale per la crescità dello sviluppo mentale.
Nel primo colloquio oltre a raccontare alcune cose poco piacevoli legate al passato, ricorda di altre sedute con terapeuti, che non durava più di 2-3 mesi e che aveva difficoltà a fidarsi, alla fine della seduta ci mettiamo d’accordo se rivederci e sul prezzo e lui accetta comprando un pacchetto di 20 sedute in anticipo. Nella prima seduta seguita alla visita che avviene a giorni dal colloquio, si presenta con i capelli tagliati, ordinato e con un aria più distesa. Si accomoda e prende a parlare in quasi un’ora del suo passato, di quando era bimbo e dei bei momenti trascorsi con il nonno. L’unica figura, dopo la zia, che gli ha saputo dare amore e che ne rimpiange la dispartita. All’epoca il padre già dava segnali di squilibrio, seppure con disturbi controllabili, il suo peggioramento esplose dopo la morte del nonno e il conseguente fallimento a causa di varie moratorie dell’attività di commerciante.
Divenne infatti più altalenante nell’umore, iniziò a perdersi in spese folli, in acquisti inutili, L’umore oscillava anche in manifestazioni violente verso il figlio, si presentava sotto casa ubriaco, rompeva finestre con le bottiglie, inseguiva il ragazzo con la macchina ovunque. Arrivava addirittura ad incendiare la casa della sorella che aveva in adozione suo figlio. Momenti ovviamente vissuti dal ragazzo in maniera estremamente negativa e ansiosa oltre il terrore che il tutto potesse degenerare in atti ancora più estremi e volenti verso chiunque, Durante il colloquio emerse infatti una profonda perdita di interesse verso il mondo e la vita, proprio per tale suo passato, così forte da segnarne toto stato emotivo attuale.
Gli faccio presente che nonostante il suo passato sia così forte da un punto di visto emotivo e affettivo, nella vita occorre trovare sempre la forza e l’impegno per far si che certe cose non accadono più, ma che bisogna fortificarsi attraverso il percorso terapeutico che sta intraprendendo se vuole realizzare alcune cose, il ragazzo inizia a piangere e mi dice che lui è come suo padre e che non guarirà mai e che ogni cosa che cercherà di fare lo etichetteranno a genitore.
A fine del colloquio, nonostante l’aver ricordato certi momenti, pare più ottimista e motivato, Forse anche le mie parole, in momento contestuale così forte da un punto vista emotivo, lo avranno motivato ad andare avanti, a non arrendersi ad un destino che sino allora lo ha solo penalizzato e reso sempre più fragile in relazione all’ambiente che lo circonda. Alla fine del secondo colloquio mi chiede di vederci in maniera più assidua durante la settimana, aumentando il numero di sedute da due a tre. Faccio presente che nel suo caso si può fare, che porterebbe anzi a maggiore miglioramento del suo umore.
Nei successivi colloqui, racconta un episodio legato una ragazza conosciuta in seguito una scommessa fatta con alcuni amici, Se fosse riuscito a conquistare le attenzioni della giovane, avrebbero vinto cento euro. Gr accetta la scommessa Inconsapevole di avere un disturbo mentale e col desiderio di fare parte di un gruppo di amici. E’ insomma disposto a fare qualsiasi cosa. Eccoche , nel corso della serata si avvicina alla predetta ragazza proponendole di volerla conoscere ma ella non dimostra le medesime attenzioni. E al dipanare di tale racconto esce che il fratello della ragazza si avvicina a GR per defilarlo e intimando di allontanarsi ma il ragazzo diventa violento al punto di richiamare i carabinieri appostati a….. metri, essendo la festa di paese. All’intervento delle guardie il ragazzo agita, mostra segni di squilibrio, tenta persino un atto di violenza. A quel punto gli agenti fanno intervenire i paramedici che dopo avergli elargito un tranquillante, in ambulanza, inizia a piangere e chiede scusa per l’accaduto, il ragazzo ………………………..legate al passato.
Nei giorni successivi all’ episodio il paziente ricorda che lo scherzo della scommessa all’inizio gli creò una frustrazione dovuta al rifiuto subito. Fece raffiorare i ricordi del passato, e il comportamento della ragazza legato al padre psicotico e inizia a menzionare un video anni addietro circolato su youtube che ottenne 4000 visualizzioni in cui il padre ubriaco vestito da sceriffo girava per il paese. Pensa che anche la ragazza avesse visto quel video lo avesse etichettato figlio di un pazzo. Ovvio quasi a fine seduta, il contenuto emotivo diventa più realistico,(((((((((((( meno squilibrato ed emergono le frustrazioni del passato affermandomi che tutto questo che aveva pensato era frutto della sua immaginazione ovvero che fosse impossibile che la ragazza avesse visto il video in quanto non lo poteva mai conoscere, essendosi conosciuti in un paese diverso dal suo nel corso di una sagra e che le sue paranoie era tali da renderlo cosi estraneo al mondo che lo circonda e alla realtà. Nel corso delle sedute successive l’alleanza terapeutica con il paziente cresce sempre di più così come la fiducia, inizia a raccontarmi cose molto private del suo passato, le frustrazioni subite, le paure per il futuro legate al fatto che tutti questi disturbi se saranno per sempre insigniti nella sua mente e che vorrebbe sottoporsi ad alcune sedute di ipnosi clinica da parte di un mio collega, gli dico che ancora presto e che deve aspettare che la nostra alleanza cresca e sia sempre più forte ma che anche la sua autostima e il suo umore siano più stabili da poterlo sottoporre ad un analisi clinica di ipnosi, il paziente è molto ansioso e preme per accellerare la guarigione, ma gli dico che nel suo caso e con il suo passato non bisogna premere la mano altrimenti possiamo sbagliare e si ritroverebbe dopo l’ipnosi in uno stato di profonda depressione, non riesco a tenerlo a bada e insiste per iniziare il più in fretta possibile il trattamento, iniziamo dopo circa 2 mesi il trattamento ipnoclinico e il paziente subisce una forte depressione che viene associata anche ad un aumento farmacologico, infatti fino a quel momento il paziente aveva diminuito della metà l’uso di farmaci, ma subito dopo l’ipnosi e con il calar dei ricordi di alcuni traumi intrappolati nell’inconscio ed emersi con l’ipnosi, il suo stato emotivo peggiora, sperimenta una forte depressione caratterizzata da forti crisi di pianto che si manifestano in maniera molto accentuata durante le sedute, mi afferma in continuazione di essere psicotico come il padre, che nella vita non riuscirà mai a realizzarsi e a trovare una ragazza per via del suo passato che lo porta ad essere così paranoico e fragile verso il mondo che lo circonda, in questo momento la nostra alleanza terapeutica è instaurata sulla totale fiducia e anche una mia semplice parola lo rasserena, e infatti basta che gli dico non devi dar vinta a certi pensieri, ma cerca di combatterli ed essere più forte di loro nel momento in cui si manifestano, infatti mi risponde che in certi momenti rimane chiuso nella sua stanza, non esce per paura di poter recare danno a se stesso, in quanto in passato gli è successo in certi momenti di ritrovarsi con alcuni amici e fare uso di droghe e alcool e associarle anche con lo xanax (un ansiolitico), e successivamente mettersi alla guida della macchina e correre all’impazzata con il rischio di fare un incidente mortale o anche con pensieri suicidi, quindi per questo è meglio restare in casa per evitare tutto ciò, mi racconta che nella sua stanza è come un piccolo mondo, in cui c’è tutto, me l’ha descrive in maniera molto minuziosa, dicendomi che ha una grossa scrivania con sopra un computer nuovo della apple, una grossa poltrona tutta in pelle nera con alla base del poggia testa delle cuffie per sentirsi la musica e i film in blu ray e poi attaccati ai muri ci sono le foto di Al Pacino e De Niro e altri grandi attori di Hollywood e sulle menzole ha le copie di tutti i fumetti di Dylan Dog, infatti mi fa spesso l’imitazione di De niro e che vorrebbe fare un provino per andare ad Hollywood ed è proprio in questi momenti che il suo lato delirante esce fuori, che il suo disturbo bordeline con aspetti del narcisismo che caratterizza il suo stato mentale prende il dominio sulla sua personalità per colpa di un passato fatto di frustrazioni e tante delusioni affettive subite, infatti nei momenti di maggiore lucidità emotiva mi racconta le cose in maniera meno delirante e che nella vita basta poco per essere felici, che a lui basterebbe l’amore di una persona, oppure la guarigione di suo padre e sua madre (entrambi psicotici) per riempire tutti questi vuoti e farlo ritornare ad essere felice e spensierato come era prima della malattia di suo padre, in cui andava sull’ape del nonno in mezzo ai terreni per raccogliere l’uva, durante questo periodo che ricorda sempre con maggiore affetto, il nonno, l’unica figura che gli abbia saputo dare affetto, comprensione e farlo ridere e scherzare su ogni cosa, perché è proprio quello che gli manca la leggerezza e la spensieratezza di quei momenti. Sempre in questi momenti di maggiore lucidità emotiva ricorda di come il nonno, un semplice contadino, sia stato in grado ai suoi tempi di portare avanti una famiglia, di costruirsi delle proprietà e di essere una persona felice attraverso le cose semplici e genuine che la terra può regalare.
Dopo questo racconto, mi chiede cosa ne penso del fatto che vorrebbe andare a Firenze per iniziare un corso di pittura, gli dico che è una buona idea, ma ribadisco che bisogna avere delle buona basi per saper dipingere e che ci vuole anche molto spirito creativo e innovativo, in quanto la pittura non è più fatta da pittori bravi a dipingere volti o angeli come al tempo di Michelangelo ma da grandi innovatori, alle mie parole vedo che esce fuori la sua personalità Bordeline, ovvero di idealizzazione e svalutazione verso un preciso obbiettivo, mi rende conto che bisogna dosare ogni singola parola, altrimenti tutta la fatica e il tempo che ci ho messo per costruire un alleanza terapeutica solida se ne và via in una sola parola o seduta e possiamo dire addio alla strada che lo dovrebbe portare fuori da questo tunnel, perché lui così mi afferma spesso durante le sedute, che lui si trova in un tunnel e per questo ha chiesto l’aiuto di un terapeuta per uscirne, perché non vuole fare la fine del padre che in circa 20 anni ha rifiutato le cure di uno psicologo ed è stato sottoposto a molteplici TSO che non gli hanno mai permesso di vivere una vita migliore di quella che avrebbe potuto avere.
Dopo questo brevo racconto lo rassereno cerco di essere il meno possibile giudizievole verso ogni cosa che mi racconta, cercando di fare da contenitore emotivo, ovvero semplicemente rimanendo ad ascoltare quello che mi stà raccontando, ovvero che vorrebbe chiamare a questo professore di firenze ed iniziare il corso di pittura, quindi tutto ad un tratto mi rendo conto che il suo umore è cambiato improvvisamente, nel giro di 30 minuti è stato capace di idealizzare e svalutare una cosa per ben 4 volte, sono basito dai suoi cambiamenti improvvisi d’umore non perché non sia in grado come terapeuta di come interagire con lui ma per via della pressione che ricevo da parte del paziente (ovviamente questo dovuto alle sue frustrazioni che emergono), ma anche da parte della zia che mi chiede una risposta a i comportamenti del nipote ed una risoluzione il più possibile immediata ed efficace per la risoluzione della patologia, Io rispondo sempre ad entrambi che ci vuole pazienza e il tempo necessario, perché il modo per accelerare le cose ci può essere ma non porterebbe il ragazzo a nessun tipo di guarigione ma solo ad un semplice manipolazione esercitata dal terapeuta che potrebbe anche peggiorare tutto il decorso se non la patologia mentale che stiamo trattando, quando gli dico questo al paziente da un lato lo vedo d’accordo e anche positivo nel continuare il percorso ma da un altro lato emergono le sue paranoie, affermandomi: ma allora sono psicotico, sono psicotico come mio padre, io gli rispondo che non è psicotico ma che ha un disturbo Bordeline di Personalità con aspetti molto marcati del Narcisismo che caratterizza queste persone, che deve stare tranquillo, e che quello che pensa su stesso è frutto delle sue insicurezze, del suo passato che emerge in correlazione alla paura di poter rivivere certi momenti.
Ad un certo punto lo vedo rasserenato, lo sguardo diventa più disteso, forse perché con le mie parole gli ho dato la speranza che lavorando su stesso e sulle proprie paure possa mettersi alle spalle il suo passato e vivere una vita normale come tutte le persone, nella seduta successiva, viene con l’umore molto alto, mi dice che la strada che ha fatto per arrivare da casa sua al mio studio ha corso con la macchina a 150 km/h, cerco di non criticarlo per quello che ha fatto ma rimango in silenzio ad ascoltare quello che mi dice, parla per circa 20 minuti senza mai fermarsi, mi ha portato anche dei disegni che vorrebbe farmi vedere alla fine della seduta, e vedo che rimanendo in silenzio ad ascoltarlo si rasserena e che la sua adrenalina si stabilizza ad un livello meno elevato ma più equilibrato, con il passare dei minuti e nell’andare avanti con il colloquio inizia a dire che ha sbagliato a correre così tanto con la macchina durante il tragitto da casa sua ma che non riusciva a fare diversamente e che voleva capire il motivo di così tanta agitazione dentro di sè, gli dico che è una cosa normale, che deve stare tranquillo e che non deve trovare nessuna spiegazione, perché la nostra mente funziona come un orologio, dove ci sono dei meccanismi che vanno regolati gradualmente, e che all’interno di essi ci sono le nostre abitudini, il nostro vissuto e le nostre emozioni, nel momento in cui tutti questi meccanismi cercano di riadattare un equilibrio mentale che non è avvenuto nella giusta età per colpa di un forte stress psicosomatico subito in età così importante per lo sviluppo della propria identità, si possono verificare episodi come quello della seduta odierna, in cui una persona ha l’adrenalina alle stelle e quindi avere momenti come quelli, in cui la sua responsabilità verso la propria persona viene meno, ma gli dico anche che nel momento in cui troverà il suo equilibrio tutto questo non accadrà più e che vivrà questi momenti come un lontano ricordo. Alle mie parole, vedo che mi ascolta con ammirazione, forse perché non l’ho criticato, forse perché gli ho dato quella speranza che nella sua vita non gliela saputa dare nessuno, oltre
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