In ogni incontro professionale la persona con cui ci si relaziona influisce fortemente nella percezione finale del risultato. Pensiamo ad esempio a quante cose ricordiamo di un professore/amico di famiglia/capo verso il quale siamo stati legati... Ecco, nella psicoterapia questo fenomeno è amplificato all'ennesima potenza. Questa professione si "fa" con se stessi, con le proprie qualità, risorse e punti di forza. Con la pratica ed il training personale mi sono formato al fine di rendere la relazione all'interno della stanza, uno spazio terapeutico. Sono una persona energica, appassionata e curiosa. I valori su cui mi baso sono il rispetto, la fiducia, la responsabilità e la l'impegno. Ogni persona che lavora con sa che può contare su di me, sa che può essere se stessa, sa che per un buon lavoro occorre essere dei buoni "compagni di squadra".
"Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno" Anche se siamo fatti tutti degli stessi ingredienti, ognuno li unisce in un proprio modo unico e originale. Questo rende ogni incontro diverso dagli altri, nuovo e ricco di potenzialità.
Solitamente non ricevo domande. Oggi internet può rispondere a una moltitudine di domande o dubbi, e finché ci sono alternative si tende a cercare soluzioni autonomamente. Molto più spesso mi accade di ricevere persone che NON HANNO una domanda, che si sentono con le spalle al muro, che non sanno bene quali obiettivi vogliono raggiungere. Anche questo fa parte del lavoro in terapia: definire il problema, fare luce sulla situazione che si sta vivendo e inquadrare degli obiettivi chiari, possibili e quantificabili. Che siano essi di natura personale, relazionale o altro, ogni persona arriva con una richiesta: STARE MEGLIO, EVOLVERE A LIVELLO PERSONALE.
Nel corso della terapia quasi sempre si cambia modalità di lavoro. Ogni persona ha delle proprie e personali chiavi di accesso e di successo. Proprio per questo adotto tecniche, modalità e interventi differenti, al fine di adattare il trattamento in base alle preferenze della persona. Può capitare di lavorare nel presente, o nel passato o nel futuro. Si può lavorare su quello che porta la persona o su un argomento proposto da me. Si può lavorare su contenuti cognitivi o emotivi, oppure sul corpo o sulle relazioni personali, o anche a livello comportamentale o sui conflitti intrapsichici. Spesso, per usare una metafora, mi definisco un SARTO. Per fare un buon lavoro occorre porre attenzione e conoscere la persona, adattare le tecniche in base ai chi si ha di fronte, chiedere e provare come si trova con i nuovi cambiamenti perché ognuno poi si "muove" in un certo modo. Ad ogni modo è un lavoro di co-costruzione del risultato finale: il dialogo, la fiducia, l'impegno e la collaborazione rendono un lavoro....un buon lavoro!