Francesco Leone

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Fondazione / Data di inizio

2017
Sono laureando in Chimica nonché diplomato perito Chimico con ottimi voti. Fin da piccolo ho sempre coltivato la passione per le materie matematiche e scientifiche, così da finalizzare il percorso di studi nel campo chimico. Sempre in quest'ambito per moltissimi anni ho esercitato la professione di chimico, ricercando sempre di ampliare le mie conoscenze professionali, così da andassero sempre oltre il contenuto puramente nozionistico. L'applicazione diretta sul campo, certamente, mi ha aiutato in questo, ma anche la volontà di superare i formalismi e tecnicismi concettuali che spesso si celano dietro gli ambiti professionali, cercando di usare un lingaggio sempre di facile e di immediata comprensione, per rendere anche a me stesso più facile la comprensione di ciò che facevo. Questa capacità mi ha certamente aiutato a mostrare la chimica e le materie scientifiche in genere come materie accessibili, facili da comprendere e calarle nella vita quotidiana. Nel tempo ho cercato di trasmettere questa semplicità prima ai miei figli, poi con le ripetizioni a studenti in difficoltà. Quando conosco un nuovo allievo, il mio primo intento è quello di comprendere dove sta il problema legato alla materia/e di studio, nonché di capire le motivazioni, anche psicologiche, che portano a chiedere l'intervento. Ne parlo e cerco insieme allo studente di trovare un giusto modus operandi che porti ad approcciare quella determinata materia con naturalezza e non più con ostilità, a padroneggiarla. Naturalmente, il fine ultimo e quello di trovarsi di fronte ad un allievo che acquista fiducia così da cominciare a camminare da solo in quel determinato campo. Il costante e continuo aggiornamento non ha riguardato solo l'ambito strettamente professionale, ma l'ho esteso all'incalzante progresso tecnologico che ha caratterizzato questi ultimi decenni. Così ho maturato nel campo informatico, sia nel HardWare sia SoftWare, conoscenze sempre più ampie, consistenti, che spaziano dalla gestione, riparazione, montaggio dei computer, fino all'installazione dei SS.OO. nonché di applicativi vari per la gestione locale e aziendale. Ad esempio conosco molto bene il pacchetto Office nelle sue componenti principali, tanto da realizzare macro e piccoli applicativi personalizzati. Conosco anche diversi linguaggi di programmazione e le tecnica di Programmazione orientata agli oggetti (OOP), nonché di pagine WEB. Naturalmente, nell'insegnamento cerco di avvalermi di queste tecnologie quando possibile ed indicato. Nel campo dell'Istruzione ho maturato un'ampia esperienza relativamente alle materie scientifiche come Chimica, Fisica, Matematica/Geometria/Trigonometria, Biologia, Disegno Tecnico, ecc., raggiungendo sempre risultati più che buoni e ricevendo il ringraziamento sia dello studente sia dei suoi genitori. Naturalmente, la voglia di apprendere dell'alunno, come voglia di fare, l'attenzione, ecc. non posso instillarle nell'alunno, bensì posso semplicemente adoperarmi per stuzzicarle, per farle uscire fuori, per farle crescere, in modo che l'ottica di approccio cambi, per giungere a vedere ciò che si studia come uno strumento per affrontare al meglio la vita di oggi. Da quanto detto sopra, ritengo che è facile ricavare i motivi che dovrebbero protare uno studente a chiedere il mio aiuto. Tutto dipende da quello che si vuole ottenere. Comunque, in ogni caso, certamente si troverà un professore all'altezza del compito dato. L'area geografica in cui opero è il bacino metropolitano di Palermo, ma posso valutare anche casi particolari in aree un pò più remote.

Colloquio

Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?

Non mi piace fare paragoni con gli altri e, comunque, dovrei prima conoscerli, vederli all'opera. Ritengo che nel trasmettere un "sapere", qualunque esso sia, ad un altro individuo, un professionista dell'insegnamento per prima cosa deve sviluppare una grande dose di umiltà e disponibilità; così facendo, sicuramente non si proporrà come un saccente arrogante e presuntuoso, bensì come un essere umano che ha avuto la fortuna di conoscere prima determinate cose che ama trasmettere ad altri. E nel trasmetterle, occorre anche saper ascoltare, saper vedere, saper sentire interiormente l'altro, l'alunno, nel complesso delle sue emozioni, delle sue difficoltà, dei suoi problemi. Infine, occorre sempre ricordare che prima di essere professori, insegnanti, si è stati alunni, studenti. Solo così, secondo me, si può instaurare un giusto rapporto alunno/professore, dove vi sia un reciproco rispetto, una corretta valutazione dei ruoli, che non è mai qualcosa di rigido, ma deve essere flessibile, amichevole quando serve, ma soprattutto sempre autorevole e mai autoritario.

Cosa ti piace del tuo lavoro?

Mi piace il contatto con altri esseri umani "in erba", così da poterli aiutare a sviluppare un proprio modus operandi che li aiuti non solo a superare le difficoltà dell'apprendimento, ma anche nella vita. Quindi, cerco di fornire degli strumenti che vanno oltre la conoscenza nozionistica della specifica materia, che sono sempre validi nel quotidiano vivere, aiutandoli a riflettere, a mettere in moto l'intelletto, così da misurarsi con le proprie capacità, con i propri limiti senza avere paura di se stessi. Questo perché nella vita la vera forma di competizione è con se stessi, non con gli altri. Solo così si può sviluppare quella soddisfazione, quella fierezza, che con dignità porta un individuo a trovare un proprio centro di gravità interiore, tale da saper camminare nel mondo con le proprie gambe. E quale soddisfazione maggiore può esserci per un maestro quando un suo allievo è diventato più "grande" del maestro stesso?

Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?

Le domande che spesso mi rivolgono i clienti sono certamente legate all'insegnamento di quella determinata materia, su come intendo procedere, su quanto tempo ci vuole, ecc. Naturalmente, al primo incontro è difficile, se non impossibile, dare una risposta. Questo perché ogni allievo è un caso a se e, naturalmente, occorre verificare la situazione, se vi sono carenze e quali sono, vedere come l'allievo risponde... Certamente, il modo di procedere dipende anche da quale obiettivo genitori e alunno vogliono raggiungere. Quindi, non c'è una risposta standard, neanche dopo un certo numero di lezioni. Sicuramente, è mia premura tenere aggiornati costantemente i genitori sui progressi del figlio/a, sulle difficoltà riscontrate, sulle strategie che eventualmente occorre attuare per superare le difficoltà, ecc., così da farli sentire partecipi.

Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?

Le informazioni che voglio generalmente condividere le ho ampiamente descritte nelle precedenti domande. Sicuramente, sono i progressi del figliolo, le eventuali difficoltà e/o carenze riscontrate, ma oltre a questo mi preme sottolineare il metodo di insegnamento che intendo adottare, che non si limita a far fare i compiti ma trasmettere degli strumenti affinché l'alunno sviluppi un metodo di studio che sia rispondente alle sue peculiarità e che lo faccia studiare bene.

Hai qualche esperienza che ti piacerebbe condividere?

In questi anni ho sviluppato molta esperienza nel campo, vivendo situazioni varie, a volte difficili, che mi hanno portato a integrare nel ruolo di insegnante diversi aspetti di me stesso, soprattutto quello di padre di famiglia. Così mi sono ritrovato con alunni col fare un po' da bullo, che ha richiesto un maggiore sforzo per trasmettere autorevolezza e creare una reciproca fiducia, un reciproco rispetto. Così come mi sono ritrovato con l'esatto contrario, ossia alunni oggetto di scherno, ma non solo, da parte di qualche compagno di scuola, di classe, ma proprio recentemente anche da parte di insegnati. E quest'ultima cosa è certamente la cosa più deleteria. Insegnare è un'arte che va sentita e coltivata, va cercata dentro di se e tirata fuori giorno dopo giorno, poiché un alunno è sempre diverso dall'altro. Non ci sono definizioni e/o regole che puoi applicare indistintamente alla massa, ma sta nella saggezza dell'insegnante ricercare gli strumenti giusti da usare con ciascun alunno, ricordando che ciò che si può "standardizzare" sono solo la pazienza, la volontà, la saggezza, la competenza, l'autorevolezza... dell'insegnante; ma anche queste, giorno dopo giorno, sono sempre in continuo divenire. Quindi, quello che alla fine mi piace condividere è l'aver aperto gli occhi a qualche alunno che non c'è bisogno di essere bulli per mettersi in mostra, anzi che non necessariamente si è di più se ci si mette in mostra, bensì che l'importante è mettersi in mostra con se stessi superando i propri limiti e acquisendo conoscenza. Così come aiutare un allievo a superare il bullismo, a ricercare un novo modo di porsi così da non essere più scherno da parte di altri. Ma è anche soddisfazione essere contattati d'urgenza per cercare di riparare un 4 in un compito di matematica e, in una sola lezione, individuando la "distrazione dell'allievo/a, portando quel 4 ad 8 e mantenendolo praticamente costante. Analogamente, quando si è chiamati a risolvere nel giro di 2, 3, 4 settimane le insufficienze di un intero anno: anche questa è soddisfazione! Soddisfazione che non è orgoglio per mettersi in mostra, bensì è riconoscere se stessi, che si sta percorrendo una strada che porta buoni frutti. Condividerli è giusto un modo anche per dire chi sono.

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