Se facciamo teatro non è per rappresentare lavori ma per riuscire a fare in modo che quanto c’è di oscuro nello spirito, di occultato, di irrivelato, si manifesti in una specie di proiezione materiale reale. (…) Le evoluzioni degli attori dovranno essere considerate tali solo come i segni visibili di un linguaggio invisibile o segreto. (A. Artaud).
Come si dà significato al silenzio? Qual è la differenza tra percepire e partecipare?