Probabilmente il fatto di non considerarli concorrenti. Il concorrente è colui che cerca, spesso anche in maniera subdola, di metterti fuori gioco anche se si definisce collega; deve invadere il tuo spazio allo scopo di soppiantarti. Non ho nè voglia nè l'età per competere con chiunque, e poi i migliori non hanno concorrenti. Io prometto o mari o monti, diffidare di chi promette entrambi e ci aggiunge anche i laghi.
E' un pò come tirare con l'arco: fai un progetto mentale, calcoli una miriade di parametri, valuti e decidi. Se la freccia va molto vicino al centro, è la soddisfazione del cliente che testimonia il buon lavoro.
Ammetto di non aver avuto grandi clienti, e questo vuol dire che la maggior parte dei clienti che ho conosciuto pensa alla pubblicità come a qualcosa alla portata di chiunque. Poi quando scoccano la freccia e colpiscono il gatto della vicina di casa si rendono conto (troppo tardi) di aver speso soldi e tempo in qualcosa che sarebbe stato meglio affidare ad un professionista.
David Ogilvy, tra i più grandi pubblicitari mai esistiti, forse il più grande, consigliava ai propri responsabili creativi a proposito delle obiezioni dei clienti, di domandarsi: "e se avesse ragione lui?" Umiltà, è questo che certamente dev'essere condiviso.
Non ora e non in questa sede. Magari tra qualche mese ci ripenso. Fatemi riflettere, come disse lo specchio magico.