Cosa ti differenzia dai tuoi diretti concorrenti?
Sensibilità, esperienza, dedizione ed impegno totale, pragmatismo, miglioramento continuo
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Quali domande ti fanno di solito i clienti e come rispondi?
E' meglio andare da un coach o da uno psicologo?
Essendo professionisti diversi, a ognuno di questi ci si rivolge per motivi diversi. Lo psicologo cura un disturbo psicologico, un Coach si occupa di presente e di futuro, di obiettivi ed è “incentrato sul risultato”. Per maggiori informazioni, anche su altre professioni “parallele”, guarda la pagina specifica del sito.
Quando capisco che mi serve un coach?
Quando hai in mente un obiettivo, ma per qualche motivo le tue risorse personali sono momentaneamente “non disponibili”. Chiediti se sei favorevole e flessibile ad attuare cambiamenti reali nel tuo lavoro o nella tua vita e sei disposto a confrontarti, ampliare le prospettive e dedicare del tempo per promuovere un auto-sviluppo personale.
Che benefici ricavo dal coaching?
Il cliente nel coaching è una persona o una organizzazione che vuole raggiungere un livello di performance maggiore, o aumentare le competenze o la soddisfazione nel proprio lavoro in tempi rapidi, per un progetto specifico o per preparare la gestione di altre persone. A volte c’è mancanza di chiarezza delle scelte da fare oppure c’è bisogno di riequilibrare il tempo dedicato al lavoro rispetto alla vita privata o superare periodi di stress. In altri casi c’è un bisogno di gestire in modo più organizzato la propria attività o affrontare fasi di cambiamento o ancora migliorare le capacità di relazione e favorire l’auto efficacia.
Come può essere valutato il successo di un processo di coaching?
La valutazione può essere fatta grazie agli indicatori esterni di performance e grazie agli indicatori interni di successo. Esempi di indicatori esterni: raggiungimento degli obiettivi di coaching stabiliti all’inizio del rapporto di coaching, incremento del reddito, ottenimento di una promozione, feedback sulla prestazioni ottenuto da un campione di individui che sono parte essenziale del contesto ( es. collaboratori diretti, colleghi, clienti, capi, lo stesso manager) dati di performance personali e/o di business ( produttività, provvedimenti efficienti). I parametri esterni prescelti dovrebbero essere basati su cose che la persona sa valutare già. Esempi di indicatori interni: autovalutazioni che possono esser somministrate all’inizio e ad intervalli regolari nel processo di coaching, cambiamenti nella consapevolezza della persona e in quella degli altri, cambi di paradigma che guidano verso azioni più efficaci e cambiamenti di stati emotivi che ispirano maggior fiducia.
E' possibile fare una sessione di prova?
Certamente
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Hai qualche informazione particolare che vuoi condividere sul tuo lavoro?
COACHING: il Coaching è basato su un modello conversazionale puntualmente replicabile che vede nel dialogo maieutico l’asse portante. Il padre fondatore del metodo è Sir. John Whitmore che nel 1979 ideò un metodo capace a sviluppare il massimo rendimento nelle performance, riuscendo abilmente a riunire i concetti di processo autonomo di apprendimento, motivazione e scopo, all’interno di una prestazione. Inizialmente destinata ad atleti (primo fra tutti Timothy Gallwey) ben presto questa metodologia si estese, affinandosi e ammodernandosi, verso il miglior utilizzo del potenziale umano per il raggiungimento di obiettivi sfidanti collocati nel futuro.
DEFINIZIONE: Il coaching è un intervento specializzato che punta allo sviluppo delle potenzialità, al superamento dei limiti personali, all’incremento delle performance (personali, professionali o sportive) e al supporto nel raggiungimento di uno o più obiettivi.
Il Coaching è un metodo di allenamento delle potenzialità creativo, generativo ed evolutivo. E’ caratterizzato dallo spostamento, dalla produzione dal movimento verso ciò che si desidera nel futuro.
MODELLO: Il Coaching è basato su un modello conversazionale puntualmente replicabile che vede nel dialogo maieutico l’asse portante. Il padre fondatore del metodo è Sir. John Whitmore che nel 1979 ideò un metodo capace a sviluppare il massimo rendimento nelle performance, riuscendo abilmente a riunire i concetti di processo autonomo di apprendimento, motivazione e scopo, all’interno di una prestazione. Inizialmente destinata ad atleti (primo fra tutti Timothy Gallwey) ben presto questa metodologia si estese, affinandosi e ammodernandosi, verso il miglior utilizzo del potenziale umano per il raggiungimento di obiettivi sfidanti collocati nel futuro.
RELAZIONE: Il Coaching è una relazione di processo basata sull’allenamento delle potenzialità personali e il miglioramento delle performance.
Questo processo si concentra essenzialmente: sulla definizione di obiettivi ben formati sfidanti, sulla definizione dei relativi piani di azione utili a realizzarli, sul sostegno motivazionale, di realizzazione progettuale e di alleanza che il Coach ha verso il cliente, su una relazione creativa, evolutiva, generativa, mossa da emozioni positive, sul conseguimento dell’auto-realizzazione attraverso l’individuazione e l’utilizzo concreto delle potenzialità personali.
SCOPO: Lo scopo di una relazione di Coaching è quello del cambiamento personale e professionale per permettere al Cliente di elaborare e realizzare, attraverso le sue risorse e le sue personali potenzialità, i programmi e gli obiettivi che desidera conseguire. Il conseguimento dell’auto-sviluppo e dell’auto-realizzazione sono sostenuti dall’efficacia della relazione di Coaching. Il coaching ha la libertà e la flessibilità di affrontare una vasta varietà di argomenti personali, professionali e aziendali.
In una relazione di coaching, solo il cliente ed il coach determinano il fine del loro lavoro ed agiscono congiuntamente tramite una relazione ed una co-creazione di risultato, nel quale il cliente decide e promuove azioni adatte a conseguire l’obiettivo desiderato.
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