Il mio metodo didattico presuppone una grande pazienza; non una pazienza vista come predisposizione dell'animo, ma come parte integrante della didattica. Grande importanza ha nel mio metodo la fenomenologia della musica e del gesto di Celibidache.
Del mio lavoro amo il relazionarmi con la gente calandomi nei suoi panni. Credo che il bravo insegnante non debba mai dare all'allievo l'impressione di avere già la soluzione ad un problema, ma credo che l'apprendimento debba essere un percorso portato avanti parallelamente.
Spesso i miei clienti, anche se non amo chiamarli così, mi chiedono "Riuscirò a diventare un buon pianista? Riuscirà mio figlio ad imparare a suonare?". La mia risposta è sempre la stessa "Lei/Suo figlio troverà di sicuro nella musica una valvola sfogo, poi il tempo dirà se sarà un pianista o meno".
Il mio metodo può risultare strano, a volte anche assurdo, per i primi tempi, ma assicuro che dopo un po' diventerà un modo di trovare relax anche in situazioni non legate per forza allo studio.
Poco tempo fa ho avuto un'esperienza davvero bellissima a parer mio. Un mio alunno, che veniva da un'altra realtà, aveva perso completamente l'entusiasmo per quello che faceva; dopo un anno di duro ma divertente lavoro il ragazzo è cambiato totalmente ed ha ritrovato il suo entusiasmo. La cosa che più mi ha fatto piacere è vedere la felicità negli occhi dei genitori vedendolo suonare così pieno di energia.