Cerco sempre di mettermi nei panni di chi mi sta di fronte, accogliendo tutti i sentimenti che la persona prova. Mi prendo cura della persona e mi impegno al massimo per aiutarla e supportarla. Ognuno di noi ha proprie risorse e capacità che permettono di superare gli ostacoli, tant'è che non esistono soluzioni universali ma calibrate sul singolo.
Poter essere di aiuto, ascoltando chi mi sta di fronte e instaurando un rapporto di fiducia con l'altro.
- Possibile che mio figlio passi tanto tempo a studiare e non ottenga i risultati sperati? Ebbene si. Purtroppo capita che lo studente non abbia trovato un buon metodo o quello migliore per lui e, quindi, investa tanto tempo nello studio senza ottenere dei risultati. Avere una buona metodologie e una buona organizzazione è fondamentale per avere dei risultati con minore sforzo. - Avere un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA)- dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia- è una malattia? Assolutamente no. Non è una malattia ma un disturbo. Questo significa che può essere trattato per diminuire le lacune ma "non si guarisce"; tuttavia, usando gli strumenti corretti è possibile gestire questa difficoltà. - Come diciamo ai nostri figli che ci stiamo separando? Questa è una delle domande più frequenti che sento dalle coppie durante i percorsi di mediazione. Quello che facciamo insieme è pensare a cosa dire, in quale modalità e seguendo alcune "linee guida". - Quali sono i vantaggi della mediazione familiare? Anzitutto va sottolineato che la mediazione è un percorso volontario e, quindi, la coppia deve essere consenziente a svolgerlo; inoltre, ha una durata prestabilita (solitamente si esaurisce in 10-12 incontri calendarizzati) e ha un vantaggio economico non indifferente rispetto al costo legale (il costo dipende dai vari mediatori ma, potendo pagare a metà il professionista e vista la durata del percorso, sicuramente è incentivante). Inoltre, lo scopo della mediazione, oltre a fare il bene dei figli, è di aprire un nuovo canale comunicativo per trovare degli accordi efficaci e sostenibili. - Il pedagogista è diverso dallo psicologo? Assolutamente si. Il pedagogista non fa una terapia; aiuta la persona con strumenti concreti a superare un problema contingente e che permetta di ristabilire un equilibrio quotidiano.
Prima di dedicarmi completamente alla professione di pedagogista e mediatrice specialiazzata in determinati campi tutti inerenti la famiglia, ho lavorato per tanto tempo all'interno delle scuole dell'infanzia e primaria. Per un breve periodo ho lavorato all'interno di un centro adozioni internazionali. Sono stata coordinatrice di un progetto regionale per un Comune dell'Emilia Romagna, che vedeva come destinatari gli adolescenti, quindi ragazzi dai 12 ai 25 anni di età.