Sono un musicista che ha avuto modo di suonare fin dall'inizio della sua carriera con musicisti esteri di altre culture. Questo mi ha aiutato ad aprire la mente ed essere sempre aperto a nuove esperienze ed aver capito l'importanza del suonare con gli altri e ascoltare gli altri prima di tutto. La cosa più importante è che la musica non è tutto bisogna studiare ma con mente aperta e non ragionare attraverso meccanicismi, dare più spazio alla creatività e all'intuizione due elementi che non vanno d'accordo con un apprendimento puramente mnemonico e fine a se stesso. Nel Jazz questo ho appreso: ti apre la mente ad infinite possibilità e a capire che anche gli errori soprattutto nell'improvvisazione pura sono elementi da non prendere sul "serio" ma che possono essere un forte slancio per nuove idee. In questo senso in noi il giudizio degli altri e il senso di esprimere l'arte, in questo caso la musica, non vanno d'accordo. Personalmente parlare e insegnare in questi termini è letteralmente più importante della musica stessa.
Il creare qualcosa e quando prendi come allievo qualcuno comincia un processo creativo. In qualche modo si accende il cervello e cominci a ragionare in maniera diversa da come faresti senza. In questo modo ripercorri le tue conoscenze pregresse e mettendole sul tavolino di fronte a qualcuno in qualche modo la tua testa comincia a ragionare in maniera differente. Con questo processo si attiva un meccanismo creativo con l'altra persona.