Pietro Cafiero Architetto

Pratiche Edilizie e Catastali · registrato 8 anno/i fa
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Fondazione / Data di inizio

2009
Sono nato a Milano il 17 marzo 1971. Dopo il liceo classico, mi iscrivo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove mi laureo in Progettazione Architettonica. Sin dal 1994 collaboro col Professor Alberto Mioni, ordinario di Urbanistica presso il DiAP (allora DST) del Politecnico di Milano.

Di fatto la prima esperienza professionale risale al 1995, quando partecipo, come membro del Laboratorio di Urbanistica diretto dal Prof. Mioni, al rilievo urbanistico per la redazione del Piano Regolatore del comune di Legnano (MI), lavoro che verrà successivamente pubblicato sulla rivista Territorio.
Di seguito mi occupo della redazione del Piano Particolareggiato di Interesse Sovracomunale per il centro storico del comune di Sabbioneta (MN), dei Piani regolatori dei comuni di Somma Lombardo (VA) e Dueville (VI) sempre con il Prof. Mioni.

Dal 1996 svolgo in parallelo anche il ruolo di assistente universitario (ora “cultore della materia”), per il Prof. Mioni, e in passato anche per i Prof. Ceci e De Carlo.
In particolare dall’anno accademico 2003/04 ho tenuto diverse lezioni (che si possono consultare nella sezione Università di questo sito) sia al Politecnico di Milano che all’Accademia di Architettura di Mendrisio (Svizzera).

Nel 2000 lavoro per circa due anni presso lo studio Masoero e De Carlo Associati, partecipando alla progettazione di edifici residenziali e universitari nell'ambito del piano di riqualificazione urbana ed ambientale dei Colli di Sant’Avendrace (CA).

Dopo una breve esperienza di architettura di interni con l’architetto Magenta nel 2003 assumo il mio primo incarico come libero professionista: la redazione del Piano del Colore per il comune di Somma Lombardo (VA). A questo seguono nel biennio 2004/05 lavori di ristrutturazione e di interior design a Milano e a Corbetta (MI).

Inoltre in questi anni ho partecipato a diversi concorsi di architettura e mi sono occupato di grafica e design.
Dal 2009 al 2013 sono stato professore a contratto al Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura e Società. Architettura a 360 gradi.
Lo studio è operativo nei seguenti ambiti disciplinari:
URBANISTICA: PRG, PGT, Piani del Colore;
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA: edifici residenziali, riconversioni industriali, spazi pubblici; INTERIOR DESIGN: ristrutturazioni, arredamento di interni e allestimenti;
INDUSTRIAL DESIGN: disegno e progettazione di mobili;
GRAFICA: immagine coordinata, loghi.

Colloquio

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Architettura a trecentosessanta gradi In un periodo in cui la ricerca della specializzazione a tutti i costi, la costruzione di professionalità a compartimenti stagni pervadono il mondo dell’università e del lavoro, sembra un anacronismo affermare la propria visione dell’architettura come disciplina a tutto campo. Eppure credo che la scelta di promuovere un costante sviluppo dei miei interessi professionali nelle più diverse direzioni sia giusta oltre che vincente. L’attuale modello accademico tende a formare figure professionali sempre più limitate nelle competenze, promuovendo una settorializzazione del sapere che a lungo andare sembra essere deleteria. Un mio vecchio professore di Composizione era solito ripetere che per saper progettare la città è “necessario saper prima progettare il cesso di una casa”. In termini coloriti ma efficaci, lui cercava di spiegare che solo avendo un’idea complessiva dell’architettura in tutti i suoi aspetti è possibile progettare con la giusta consapevolezza. Condivido in pieno questo principio sineddotico tanto da utilizzarlo come elemento fondante della mia progettazione. Invece nei consigli di facoltà si sostiene in maniera convinta che i laureati in Pianificazione non devono saper progettare! Credo di poter affermare che l’ultima generazione di architetti relativamente valida sia quella che si è formata col vecchio ordinamento. In questo contesto risulta chiaro che architetti capaci di occuparsi tranquillamente di design come di pianificazione o di architettura di interni come di progettazione edilizia non se ne creino più. E molti di quelli che appartengono ormai ad un glorioso passato, non sempre sono rimasti al passo con le necessità della società contemporanea o aggiornati delle ultime tendenze nei vari campi disciplinari. Di fatto quando progetto il mio punto di partenza è sempre quello di un rilievo attento e rigoroso del contesto, per meglio comprenderne il senso. Sarebbe altrimenti difficile rispettare il genius loci, obiettivo imprescindibile di ogni mio gesto architettonico. Il rilievo aiuta a comprendere lo spirito del luogo e ad analizzarne il DNA, informazione indispensabile per evitare che il progetto venga “rigettato” dall’organismo in cui lo andiamo a “trapiantare”. Il passo successivo è quello di una analisi profonda e dettagliata attraverso la stesura delle prime ipotesi. Infatti l’atto conoscitivo insito nell’analisi è un atto progettuale. È un po’ come il principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma l’impossibilità di conoscere contemporaneamente velocità è posizione di un elettrone, poiché il fatto di osservarlo ne modifica la velocità. Allo stesso modo, nel momento in cui opero un indagine conoscitiva di un territorio o di un oggetto, già lo sto modificando attraverso il progetto, ovvero sto prefigurando i suoi mutamenti. Solo con una faticosa stratificazione e sedimentazione delle ipotesi progettuali, quasi sempre realizzate a mano e con l’ausilio di maquettes si può giungere ad un risultato onesto e soddisfacente. Il computer e il disegno al CAD entrano in gioco solo nel momento in cui si tratta di finalizzare il progetto per presentarlo in “bella copia”. Lo stile di vita contemporaneo e cittadino è ipercinetico, urgente, sintetico e giocoforza superficiale. I luoghi dove abitiamo o lavoriamo solitamente riflettono questi modelli aberranti. Il mio modo di intendere il progetto di architettura tende a contrastare questi modelli, creando spazi a misura d’uomo, confortevoli e soddisfacenti dove l’individuo è protagonista e non ospite appena tollerato. Tutto ciò vale, citando Gropius, sia per il cucchiaio che per la città, dal momento che il metodo per affrontare entrambi è esattamente il medesimo. Quello che cambia è la scala dell’intervento. Questa in sintesi la mia filosofia progettuale. Il sito ha pertanto lo scopo di mostrare in maniera didascalica le mie idee in materia di architettura e le mie capacità attraverso la rassegna dei progetti più significativi. Potrete trovare conferma di quanto detto sopra poiché saranno presentati lavori di design, di grafica, di architettura di interni, di progettazione e di urbanistica.

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