La continua specializzazione e professionalità La capacità di empatia Il lavoro in equipe per una visione multidisciplinare al problema La rete presente sul territorio come risorsa
Quando tanti mi chiedono ma come fai a fare questo lavoro, chissà quante cose senti, etc ... La mia risposta è sempre la stessa "amo il mio lavoro, pur faticoso che sia, perché vedo quello che gli altri non vedono: l'unica risorsa in un mare di difficoltà". Questo non vuol dire essere onnipotenti, anzi, il contrario, perché partendo da un unico reale e possibile appiglio si possa risalire e trovare un individuale equilibrio.
Il costo, la durata dell'intervento , se il tribunale allontanerà loro i figli, cosa possono fare
Perché lavori privatamente? Un'assistene sociale e/o un mediatore non lavora solo nel pubblico? No. Dopo 14 anni di lavoro part time (per scelta) in un servizio pubblico mi sono accorta che le persone hanno sempre maggior diffidenza verso l'operato sociale, pensano, aiutati dalla mala informazione, che ci siano interessi dietro ogni scelta. Le persone necessitano di sapere le competenze professionali dell'operatore al quale cedono una parte della loro vita, vogliono sentirsi sostenute quando ne hanno bisogno, non vogliono liste di attesa, vogliono che qualcuno li affianchi lungo gli iter giuridici per verificare l'operato del Servizio pubblico. Sono disposti a pagare una parcella per ricevere un lavoro di qualità che possa aiutarli ad uscire da una situazione difficile. La cosa importante è che la consulenza può essere anche a spot, il cliente non lo si trattiene per avere un reddito, al cliente vengono date le risorse necessarie per poter fare da solo prendendo le giuste misure per stabilire i momenti di vicinanza, di osservazione ed infine di saluto.
Ogni storia se pur sulla carta appare caratterizzata da tratti comuni e' unica e come tale va affrontata