Ritengo che l'approccio antropologico alla realtà quotidiana sia determinante circa la sguardo adottato nel filmaking. La capacità di rendere essenziale il complesso e di rendere caratteristico e unico l'aspetto più semplice, deriva proprio dagli studi condotti in antropologia visuale. L'importanza maggiore per me risiede inoltre nel montaggio. Un momento di massima creatività che spesso viene trascurato da molti videomaker.
La fase del montaggio in primis: il rivedere i propri girati è sempre emozionante. Sopratutto è di un'emozione unica il poter costruire storie e narrazioni sempre uniche e differenti, anche a partire da grezzi video e semplici inquadrature.
Chiedono sempre e subito i costi di realizzazione e i tempi di realizzazione. Ed è un vero peccato. Tuttavia, sono aspetti pratici del lavoro e la mia risposta è sempre pesata secondo tipologie ed estetiche di volta in volta richieste dal committente. La ricercatezza estetica e un buon storytelling visuale non prescindono mai dai tempi e dai costi di realizzazione.
Cerco di proporre una nuova formula che possa sostituire i classici clip e video pubblicitari. Una forma pubblicitaria particolare che attinge dai saperi e dai metodi dell'antropologia. Ponendo al centro l'uomo, con la sua attività, e non viceversa. Il risultato, un video di una decina di minuti, resta pubblicitario per la committenza, offre a me l'occasione di entrare nella vera ottica aziendale di cui mi occupo di volta in volta e il pubblico non può che gradire maggiormente.
Il reportage in Marocco. Dopo aver vissuto diversi mesi in Marocco, avendolo girato tutto da nord a sud assieme ai cacciatori tradizionali e falconieri, ho avviato una ricerca sul campo, che conduca alla realizzazione di un reportage fotografico. Dopo circa 2000 scatti, ho selezionato soltanto una foto. Non so ancora se soltanto per potervi tornare e finire o per eccesso di severità nei miei confronti.