Ho cominciato a suonare il piano a 4 anni e dopo aver studiato per 16 anni musica classica mi sono imbattuto nel Jazz e nella musica popolare contemporanea. È stato amore a prima vista. Era il 1982 e la didattica per questo tipo di musica in genere era inesistente. Per me che non avevo mai suonato senza uno spartito era una situazione disperata. Mai usato l'orecchio, mai suonato con una batteria. Solo Bach, Chopin e Beethoven etc... non mi sono arreso e ho cominciato a cercare dappertutto. Ma quel poco che esisteva era tutto avvolto nel mistero. Sembrava che se non fossi stato segnato da Dio con questo "talento" di cui tutti parlavano non avessi speranza. Era l'epoca del "o ce l'hai o non ce l'hai". L'amore per questa musica nuova era troppo forte e quindi sono andato dove tutto è cominciato. In America, al Berklee College of Music. Lì ho trovato risposte diverse soprattutto da due guru della didattica mondiale: Jerry Bergonzi e Charlie Banakos. Ho capito che, tranne pochissimi casi, non esiste nessun talento innato ma le capacità necessarie al fare musica sono qualcosa di umano, tangibile e soprattutto coltivabile. Nell'88 sono tornato in Italia e ho cominciato a suonare con grandi musicisti sia Jazz che Pop, e ad insegnare a tutti gli strumenti, l'armonia, l'improvvisazione e la musica d'insieme. Così ho incontrato mia moglie Loredana Lubrano. Prima allieva, poi collaboratrice e poi co-fondatrice insostituibile del metodo, Loredana ha preso la mia concezione di fondo e l'ha trasferita nel mondo della voce.