Villa Navagero, Erizzo, Bandini, Della Rovere
Il complesso, sito nelle immediate vicinanze dell'abitato, fu iniziato nel 1680 dal patrizio Andrea Navagero, probabilmente modificando alcune costruzioni preesistenti. Nonostante gli ampliamenti successivi, la villa, allineata alla strada, mantiene una certa simmetria: alla casa padronale, posta al centro, sono affiancati le barchesse e la cappella privata; sul lato nord si trova un'area prativa aperta verso le campagne antistanti (oggi urbanizzate), mentre a sud si trova il giardino e il vigneto, delimitati da un muretto in mattoni.
L'abitazione si sviluppa su due piani divisi da una cornice marcapiano e coperti da un tetto a piramide, ai quali si aggiunge una sopraelevazione timpanata più recente (1901). Il fronte principale risulta tripartito e alle aperture del primo livello, con cimasa e architravate, si sovrappongono quelle del secondo, centinate.
Oratorio e barchesse sono collegati al corpo centrale da alcuni semplici edifici più tardi. Il primo, intitolato alla Madonna del Rosario, è un edificio settecentesco dalle forme equilibrate, con la facciata incorniciata da paraste tuscaniche, le quali sorreggono la trabeazione su cui poggia il timpano; al centro di quest'ultimo si apre un oculo trilobato.
Sul retro della chiesetta, collegato alla barchessa est, si trova un portico della prima metà dell'Ottocento: le esili colonne tuscaniche che lo sostengono provengono dalla scomparsa villa Da Lezze.
Le due barchesse, disposte specularmente ai due lati della villa con il lato corto rivolto alla strada. Completano l'insieme alcuni annessi rustici, che tuttavia si discostano dall'ordinata simmetria fin qui descritta.
Tra gli anni sessanta e ottanta la villa è stata sottoposta a un'importante opera di restauro, con interventi a livello del riscaldamento, dell'impianto idrosanitario e delle coperture, rendendola abitabile tutto l'anno.